Oneroom Gallery, 9 French Place, E16JBL London UK
Officine Saffi è lieta di presentare The Liminal Space, mostra temporanea presso Oneroom Gallery. Curata da Hugo Macdonald, l’esposizione collettiva di otto artisti intende indagare le maggiori tendenze e personalità del panorama della ceramica contemporanea.
L’interesse crescente per la ceramica è una benedizione parziale. Una maggiore consapevolezza porta ad una maggiore attenzione, che fornisce la possibilità ad una grande varietà di artisti di mettersi in mostra. Simultaneamente, e forse inevitabilmente, il paesaggio diventa così un po' confuso. Per questo Officine Saffi ha temporaneamente preso residenza presso Oneroom a Shoreditch, nella zona est di Londra, presentando una mostra collettiva di otto artisti.

Il contesto di Oneroom, un magazzino vittoriano di quattro piani convertito in galleria di design e arte è lo scenario di una grande mostra dedicata alla ceramica contemporanea. Circondato da materiali patinati, da trame e ricordi delle vite precedenti, il palazzo fornisce un’atmosfera intima che consente un dialogo personale tra lo spettatore e le opere esposte.



In mostra i lavori fortemente legati al mondo naturale di Kati Tuominen Niittyla e Sangwoo Kim. Il forte legame con le rispettive tradizioni locali (finlandesi e coreane) viene traslato in memorie personali. I grès della Tuominen, trattati con ossidi e graffi, hanno una forte tattilità che ricorda la pietra o le cortecce degli alberi. Gli oggetti eterei di Sangwoo Kim sembrano invece nati dalla terra, in parte liquidi, in parte lava, levigati dall’acqua o dal tempo. In entrambi si percepisce una potente connessione con la natura più che con l’uomo.Morten Løbner Espersen e Anders Herwald Ruhwald si impegnano a trasmettere idee tramite la sperimentazione tecnica. Ci sfidano e provocano. Le urne archetipe di Espersen sono la tela bianca per una ricerca sugli smalti; le forme classiche – familiari – sono soffocate da diversi strati di colori e texture. Ruhwald gioca invece con la presenza fisica delle sue forme, bilanciando i contrasti: sono sfrontate e astratte, precarie e magnetiche. In entrambi i casi noi spettatori ci sentiamo parte del loro mondo e allo stesso tempo estranei.Irina Razumovskaya e Mia E Göransson creano piccoli universi che ci portano altrove. In alcuni casi ci ricordano le composizioni geometriche negli sfondi di dipinti rinascimentali, in altri le opere del gruppo Memphis. La semplicità delle composizioni di forme tridimensionali ricorda un gioco infantile che si rivela però distorto ed astratto ad un’indagine supplementare. Le opere percorrono un filo sottile che oscilla tra il confortante familiare e l’inquietante estraneità.Sono profondamente immersive le installazioni di Nero/Alessandro Neretti e Silvia Celeste Calcagno. Le sculture di Nero riflettono sulla scena politica e culturale, mentre gli esperimenti poetici di Silvia Calacagno con la fotografia rivelano storie frammentate, come ricordi parzialmente rimossi. Fragili e vitali, intrisi di una melanconia che – come i ricordi – si annebbiano col tempo.Al giorno d'oggi ci troviamo sempre più alla ricerca di significato e significante, a causa della velocità con cui la nostra realtà quotidiana si reinventa.
L'arte ceramica, in quanto forma di espressione che occupa lo spazio liminale tra cuore e mano, mente e materia, raramente si è rivelata così rilevante.