Lucie Rie
Black Vase
1950s
grès, smalto
altezza: 22 cm
grès, smalto
altezza: 22 cm
About
Lucie Rie è nata nel 1902 a Vienna, a quel tempo capitale della monarchia austro-ungarica. All'età di 20 anni nella capitale austriaca ha studiato alla Kunstgewerbeschule, una scuola di arti applicate che ha avuto origine dallo stesso fermento che ha portato alla nascita della Secessione. In questi anni contribuì alla fama del movimento Vienna Workshop che riuniva architetti, stilisti, grafici, artisti e ceramisti innovativi. In questo contesto il suo lavoro, nonostante fosse ispirato da forme antiche, prese presto piede e nel 1925 l’artista presentò le sue prime creazioni all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. In fuga dal regime nazista nel 1938 si trasferisce a Londra, dove apre uno studio e inizia a produrre bottoni e gioielli in ceramica, che vendeva agli stilisti della città.Nel 1946 inizia la collaborazione con Hans Coper, tuttavia, Lucie Rie durante la sua carriera artistica, ha sempre difeso la sua ricerca e la sua indipendenza rispetto alle tendenze degli artisti dell’epoca, tra cui Bernard Leach, una figura fondamentale della ceramica inglese della metà del XX secolo, e lo stesso Coper. Le opere di Lucie Rie sono state per lo più oggetti modesti - vasi sagomati, bottiglie e tazze da tè dalla superficie ruvida, a volte colorata con sfumature accese e vivaci, realizzati con le tecniche di sgraffito e di nériage, dall'apparente fragilità e in contrasto con l'aspetto solido del gres.A Londra, sul finire degli anni Ottanta, l’artista conosce Anita Besson, proprietaria dell’omonima galleria che darà molto spazio negli anni all’esposizione delle opere sia di Lucie Rie sia di Hans Coper, in un’idea più ampia di valorizzazione dell’arte ceramica.Nel 2009 al Victoria & Albert Museum di Londra sono stati esposti una serie di oggetti provenienti dal suo studio, che è stato ricreato all’interno del museo, prendendo come riferimento delle vecchie fotografie.Nelle sue opere, Lucie ha puntato a raggiungere, per usare le parole di Flaminio Gualdoni, una “minimalizzazione perfetta della forma”: l’essenzialità è sempre stata al centro della sua ricerca artistica.