Bouke De Vries
The Wall 2
2018
Ceramiche di Delft del XVII, XVIII, XIX secolo
150 x 200 cm
Ceramiche di Delft del XVII, XVIII, XIX secolo
150 x 200 cm
About
Nato nel 1960 a Utrecht, Olanda, Bouke de Vries vive e lavora a Londra. Ha studiato alla Design Academy di Eindhoven e arte tessile al Central St. Martin's Arts and Design College di Londra. Dopo aver lavorato con John Galliano, Stephen Jones e Zandra Rhodes ha deciso di sperimentare nuove tecniche ed esperienze artistiche e ha frequentato un corso di studi per la conservazione e il restauro della ceramica presso il West Dean College. Per anni nella sua pratica quotidiana di restauratore ha affrontato gli aspetti e le contraddizioni che suscitano i concetti di perfezione e valore. In uno statement l’artista ha affermato: “La Venere di Milo è venerata nonostante abbia perso le braccia. Perché se una musa di Meissen perde un dito perde anche il suo valore”.
Le sue opere rappresentano quello che Bouke stesso definisce “la bellezza della distruzione”. Con i frammenti degli oggetti in ceramica che hanno subito un trauma accidentale, l’artista non interviene con un delicato restauro per nascondere le prove di un episodio più drammatico, ma decostruisce questi cocci e sottolinea la loro condizione ultima, mettendo in risalto nuove virtù e nuovi valori e conferendo una maggior forza espressiva.
Alcune opere De Vries a prima vista confondono lo spettatore che non capisce dove finisce l’opera originale e dove inizia il lavoro dell’artista. Questi oggetti incorporando elementi contemporanei sviluppano un nuovo vocabolario simbolico.
Le sue opere rappresentano quello che Bouke stesso definisce “la bellezza della distruzione”. Con i frammenti degli oggetti in ceramica che hanno subito un trauma accidentale, l’artista non interviene con un delicato restauro per nascondere le prove di un episodio più drammatico, ma decostruisce questi cocci e sottolinea la loro condizione ultima, mettendo in risalto nuove virtù e nuovi valori e conferendo una maggior forza espressiva.
Alcune opere De Vries a prima vista confondono lo spettatore che non capisce dove finisce l’opera originale e dove inizia il lavoro dell’artista. Questi oggetti incorporando elementi contemporanei sviluppano un nuovo vocabolario simbolico.