Una Forza Interiore. Ugo La Pietra
Dal 15 novembre al 22 dicembre 2017 Officine Saffi è lieta di presentare una mostra interamente dedicata alle ceramiche di Ugo La Pietra.
La mostra dal titolo “Una forza interiore” - a cura di Flaminio Gualdoni - indaga la virilità quale forza scultorea, generatrice di forme e volumi attraverso una serie di vasi, sculture, figure votive e fotografie.Le opere in mostra, frutto della pluriennale collaborazione di Ugo La Pietra con Giovanni Mengoni, fondono la visionarietà dell’artista con il pensiero logico del designer e l’abilità dell’artigiano.
“Il bucchero è antico, è solo antico. Ed è raro, e misterioso, perché praticato solo dagli abitanti a loro volta indecifrati delle terre d’Etruriache ne han dato prova. È limitato, perché intimamente anestetico,per quel suo inghiottire la forma, le sue tettoniche e le sue misure spaziali, in una nerità lucida che tutto assorbe, a cominciare dal possibile di bellezza. Ed è noioso, perché la tecnica è quella lì e non altra, non sottoponibile a choc linguistici d’umore avanguardista".
La mostra dal titolo “Una forza interiore” - a cura di Flaminio Gualdoni - indaga la virilità quale forza scultorea, generatrice di forme e volumi attraverso una serie di vasi, sculture, figure votive e fotografie.Le opere in mostra, frutto della pluriennale collaborazione di Ugo La Pietra con Giovanni Mengoni, fondono la visionarietà dell’artista con il pensiero logico del designer e l’abilità dell’artigiano.
“Ugo La Pietra ha ancora una volta interloquito con sapienze artigianali radicate e ha smontato e rimontato, nella sua testa e in una fornace perugina, l’idea e il possibile del bucchero".
È il bucchero infatti il protagonista di tutte le opere in mostraalle Officine Saffi, materiale antico ma capace di interpretare una visione contemporanea, come quella di Ugo La Pietra. Il Bucchero è un particolare tipo di ceramica uniformemente nera utilizzata dalla civiltà etrusca dal VII secolo a.C. alla prima metà del V secolo a.C. Il nome deriva dallo spagnolo bucaro, parola con la quale venivano designati certi vasi provenienti dall'America meridionale fabbricati con una terra odorosa e colorata, imitati nel Portogallo e venuti di moda in Italia.“Il bucchero è antico, è solo antico. Ed è raro, e misterioso, perché praticato solo dagli abitanti a loro volta indecifrati delle terre d’Etruriache ne han dato prova. È limitato, perché intimamente anestetico,per quel suo inghiottire la forma, le sue tettoniche e le sue misure spaziali, in una nerità lucida che tutto assorbe, a cominciare dal possibile di bellezza. Ed è noioso, perché la tecnica è quella lì e non altra, non sottoponibile a choc linguistici d’umore avanguardista".