L'opera di Francesco Simeti "Questa stanza non ha più pareti" è visitabile su appuntamento e in occasione di eventi e periodi di apertura delle mostre promosse dalla Fondazione.
Invitato dalla Fondazione a intervenire con una installazione permanente all'interno dello spazio bar, Francesco Simeti ha realizzato un'opera aperta che mette in dialogo la storia della ceramica e il mondo della natura con l'architettura della nuova sede.

In continuità con una ricerca che investe e interroga la relazione tra uomo e e l'ambiente naturale e artificiale che abita, l'opera "Questa stanza non ha più pareti" definisce un immaginario sospeso tra fantastico e reale che prende forma attraverso la combinazione di elementi figurativi prelevati dalla cultura materiale. Nel corso di diversi mesi di ricerca e ideazione dell'opera, Simeti si è impegnato in una ricerca iconografica sulla storia della decorazione ceramica attraverso culture e secoli di produzione. Liberamente selezionati alcuni elementi decorativi da manufatti in ceramica parti di collezioni pubbliche e private, gli esiti di questa ricerca sono stati rielaborati nel paesaggio che avvolge l'ambiente attraverso una vegetazione composita, abitata da animali terrestri e marini e in dialogo con il verde della corte esterna. Interamente rivestite con grandi lastre in ceramica, le superfici di "Questa stanza non ha più pareti" restituiscono fuori scala il dettaglio - e insieme i segni del tempo e i difetti - di decorazioni che testimoniano un flusso ininterrotto e ancora vitale di scambio tra immagini e significati culturali. 
Alla scelta di intervenire in un ambiente della Fondazione destinato ad essere luogo di incontro, studio e dialogo si lega la natura "aperta" dell'opera di Simeti, concepita sin dalle sue prime fasi di progettazione per essere arricchita e integrata nel tempo di elementi tridimensionali realizzati nell'ambito di workshop di ceramica e attività educative a cura dello stesso artista insieme al gruppo di lavoro di Officine Saffi.

L’opera di Francesco Simeti è stata realizzata con il contributo di Iris Ceramica Group e l'impiego di lastre in ceramica personalizzate attraverso la tecnologia di stampa "Design Your Slabs" di Iris Ceramica Group. Al centro del bar, il bancone è rivestito interamente con ceramica in pasta rossa di “Bottega d’Arte", progetto che mette in luce l’heritage del brand Iris Ceramica parte di Iris Ceramica Group.

Francesco Simeti è nato a Palermo nel 1968 e vive e lavora a New York. Simeti è conosciuto per le sue installazioni site-specific dove estetica e principi compositivi rivelano ad una osservazione più attenta significati complessi. Nel suo lavoro l'artista utilizza spesso documenti fotografici tratti da giornali e riviste per attivare interrogativi sul ruolo delle immagini nel discorso contemporaneo. L'arte pubblica è un aspetto fondamentale della sua pratica; ha collaborato con Percent for Art e Public Art for Public Schools a New York, il Multnomah county in Oregon e ha realizzato installazioni permanenti presso stazioni della metropolitana a Brooklyn e Chicago. Simeti è stato protagonista di mostre personali in sedi come l'Assembly Room di New York (2019); la Open Source Gallery di New York (2017); la Galleria d’Arte Moderna di Palermo (2012); e l'Artists Space di New York (2009). Il suo lavoro è stato incluso in mostre collettive presso il Museo Civico di Castelbuono a Palermo (2019); l'ICA di Singapore (2017); il Palazzo Reale di Milano (2016); e il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea a Torino (2014). Opere dell'artista sono state presentate anche alla Triennale di Milano (2014 e 2013). Francesco Simeti vive e lavora a New York e collabora con la galleria Francesca Minini.


Fondazione Officine Saffi desidera ringraziare l'artista; Iris Ceramica Group per il fondamentale contributo e Wannenes Art Auctions per la gentile concessione dei numerosi apparati iconografici utili alla realizzazione dell’opera. Un ringraziamento speciale all'architetto Donatella Melchiori, a Maria Adelaide Marchesoni e alla galleria Francesca Minini. Un ulteriore grazie a Riccardo Rossi per la consulenza sugli interni dello spazio bar.