Mostra aperta al pubblico dal 29 marzo al 16 giugno:
lunedì-venerdì
9.30-13.00; 14.00-18.30

sabato
11.00-18.00
Fondazione Officine Saffi è lieta di presentare Unurgent Argilla, mostra dedicata alla ricerca di Nina Salsotto Cassina sulla definizione di un metodo di studio e un lessico formale per raccontare il territorio attraverso il complesso di narrazioni stratificate nella sua materia.
Il titolo della mostra - formulato nell’accostamento all’argilla di un termine inventato a partire dalla necessità di ripensare la qualità del tempo oltre i ritmi suggeriti dai sistemi di informazione e produzione - si lega direttamente ai presupposti che nel 2019 hanno dato avvio alla ricerca: non molto dopo aver iniziato a sperimentare la pratica ceramica e in occasione di un periodo trascorso presso la sua regione di origine, l'artista si trova a ri-conoscere il territorio delle Alpi Marittime nell’ incontro casuale, lungo il tragitto di un’escursione, con il terreno argilloso di un deposito naturale sul Monte Bisalta. A partire da questo momento ha inizio l’applicazione di un metodo di classificazione e costruzione di un archivio in cui lo studio delle proprietà fisiche dei diversi terreni si unisce alla consapevolezza che queste partecipano attivamente ad un ecosistema complesso in cui il territorio è insieme soggetto e oggetto di una conoscenza che lega tra loro storie, luoghi e persone. La serie di vasi presentati in occasione della mostra è il risultato di un processo di ricerca, approvvigionamento, analisi e mappatura di diversi terreni raccolti dall’artista in oltre tredici depositi naturali di argilla tra Italia e Francia. L’allestimento presenta inoltre una selezione di fonti bibliografiche, testi scientifici, mappe geografiche così come materiali raccolti e strumenti di lavorazione per testimoniare il carattere processuale del lavoro dell’artista e la dimensione di studio dalla quale scaturisce la sua pratica.

Ognuno dei campioni raccolti viene interrogato attraverso l’analisi della sua composizione chimica e mineralogica. La stratificazione di informazioni geologiche rivelate in questa fase si completano attraverso una serie di test che richiedono tempi lunghi per far emergere nella dimensione della pratica ceramica un nuovo sistema di mappatura e conoscenza del territorio.



Così, se campioni di terreno prelevati nella stessa area rispondono diversamente agli stimoli dei processi di lavorazione ceramica, l’artista ne seleziona alcuni per proiettarne l’unicità dl racconto attraverso la modellazione di vasi dalla forma sferica. La ripetizione di questa forma permette all’unicità della materia di raccontarsi, ricollocando allo stesso tempo il lavoro dell’artista-artigiano nel solco di una tradizione che si rifonda e trasmette ogni giorno con piccoli gesti, in un rapporto non mediato con i mezzi di produzione nella specificità del loro contesto culturale e territoriale. Il ritrovarsi di questa dimensione territoriale dell’esperienza, piuttosto che limitare un campo di possibilità, riafferma nella contemporaneità il valore etico di quell’approccio alchemico che ha sempre nutrito il procedimento della ceramica. La convinzione che di quel che resta ci sia sempre ancora qualcosa da scoprire.

Nina Salsotto Cassina (1989, Cuneo), è nata e cresciuta in Piemonte, sulle Alpi Marittime. Dopo aver studiato economia a Milano e aver lavorato all'estero per diverse organizzazioni impegnate nel terzo settore, si trasferisce a Londra per dedicarsi agli studi di politica internazionale. Dalla base di Londra inizia ad accostarsi all’argilla e alla pratica ceramica fino a fondare Unurgent Argilla, progetto di ricerca e pratica artistica che ha come obiettivo la costruzione di un vocabolario di materiali naturali. Autodidatta, lavora principalmente al tornio. I suoi lavori sono stati pubblicati su ceramic review ed esposti in diverse gallerie e musei Europei. Nel 2020 si trasferisce stabilmente a Milano, impegnandosi a tempo pieno nella sua ricerca.