Martedì 28 marzo Officine Saffi inaugura la prima mostra personale in Italia dell’artista svedese Mia E Göransson (1961). La mostra offre un viaggio negli affascinanti ecosistemi dell’artista - rocce, piante grasse, piccoli pianeti, architetture metafisiche – nati dallo scontro tra la morbida organicità della vita e il rigore della geometria.

Gli organismi che popolano i paesaggi di Mia E Göransson possono ricordare le forme della natura frammentata e ricomposta,

una New Nature che svela e nasconde allo stesso tempo le strutture geometriche sottese alle leggi naturali, quelle linee, vortici, traiettorie che le piante seguono nel loro sviluppo, nelle fasi della crescita, secondo rapporti armonici invisibili ed eterni.

L’uso del colore e l’applicazione di geometrie più o meno irregolari porta all’astrazione, interesse sempre più manifesto nei lavori dell’artista. Alcuni dei suoi oggetti potrebbero essere caduti fuori da un quadro di Kandinsky, si potrebbe ricondurre alla semplicità del cerchio, del triangolo e del quadrato, ma qualcosa li complica, li arricchisce, si intromette nella banalità del normale e scopre un divertito gusto nel creare, nel liberare le forme e dar vita a oggetti inconsueti. Nelle installazioni più complesse, disposte su piani diversi e sotto teche trasparenti, compaiono oggetti così insoliti da sorprendere e incuriosire a ogni nuovo sguardo. Mia E Göransson è in questo senso una visionaria, una sognatrice, che ammicca a un design ludico. Le sue opere potrebbero essere giochi per bambini o modellini di enigmatiche città del futuro. Compiendo un lavoro di astrazione della natura circostante, l’artista arriva a realizzare una nuova natura decostruita, concreta, solida, oggettuale.*

*Testo critico di Antonio Grulli